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Il Tribunale Amministrativo della Liguria ha accolto il ricorso presentato da una sessantina tra olivicoltori, frantoiani e piccoli comuni rurali contro lobbligo, sancito dal regolamento CE 1019, del confezionamento degli oli Vergini ed Extra Vergini in contenitori della capienza massima di 5 litri e chiusi da sigillo di garanzia non riutilizzabile per la vendita diretta.
La sentenza, in effetti, fa riferimento al decreto del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali che recepisce il Regolamento Europeo ed è stata pronunciata un paio di settimane fa.
Il Decreto del MIPAF, come si ricorderà, fu necessario per rendere operativa quella parte del regolamento europeo del 2002, relativa al confezionamento e per la quale era stata concessa una deroga di dodici mesi per consentire lo smaltimento delle scorte di contenitori fuori misura e per ladeguamento degli impianti. Era la fine di Novembre e il settore si divise in due schieramenti: i favorevoli ed i contrari.
Quanti non erano daccordo allora, non hanno cambiato idea. Hanno utilizzato gli strumenti che la legge mette a loro disposizione e si sono rivolti al giudice che, ritenute valide le argomentazioni addotte, ha accolto il ricorso con il risultato che, per il momento, olivicoltori, frantoiani e quanti lo vorranno potranno comprare e vendere olio sfuso senza impedimenti.
Per il momento. Perché adesso si tratta di vedere (Oleoteca seguirà gli sviluppi) di che tipo è stato il pronunciamento del TAR Ligure e se cè stato o ci sarà ricorso da parte del Ministero o di qualcun altro e quali saranno le conclusioni.

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