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Qualità eccellente unita ad una buona quantità. Così si può sintetizzare lo svolgimento della campagna olivicola 2003-2004 in Puglia. Le olive si presentano sane per cui qualità dellolio risulta ottima come non si vedeva da molto tempo. Se in generale il comparto agricolo pugliese è in difficoltà, la produzione olearia conferma il suo ruolo predominante in una regione da alcuni chiamata luliveto dItalia.
Secondo i dati, La quantità di olio di oliva supererà i 2,3 milioni di quintali e la produzione lorda vendibile si aggirerà intorno ai 560 milioni di euro, contribuendo in modo determinante alla tenuta del valore della p.l.v (produzione lorda vendibile) agricola regionale. Queste le cifre del settore: 360mila ettari coltivati, 60 milioni di piante, 9 milioni di giornate di lavoro autonomo e dipendente impiegate.
Sul piano delle politiche olearie, la Cia Puglia continua a seguire da vicino levoluzione della riforma dellOCM Olio in sede UE. E contraria ad unipotesi di disaccoppiamento totale degli aiuti mentre ritiene invece consono alle esigenze dellolivicoltura pugliese il disaccoppiamento parziale: parte dellaiuto accoppiato dovrebbe essere erogato in funzione delleffettiva produzione di qualità e per le azioni di miglioramento della qualità stessa, i cui incentivi comunque devono andare direttamente agli olivicoltori. Assolutamente inderogabile è il mantenimento dellattuale livello di budget finanziario destinato allItalia di 720 milioni di euro, di cui ben 290 sono assegnati alla sola Puglia.
Per il presidente Cia Puglia Antonio Barile la riforma dellOcm deve dare una risposta seria al problema della rintracciabilità e del Made in Italy. Ancora oggi lindicazione in etichetta dellorigine dellolio extravergine di oliva è facoltativa. La Cia Puglia chiede labolizione del meccanismo del cosiddetto Tpa (Traffico di perfezionamento attivo), in quanto consente importazioni di olio poco trasparenti. Infatti i principali problemi di mercato dellolio doliva derivano proprio dalle importazioni illegali.

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