Anno 4 n. 63 - 22 Gennaio 2004

MADE IN UE
Ma le Dop e le Igp sono un’altra cosa

Made in UE
Ma le Dop
e le Igp sono
un’altra cosa
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Alemanno
favorevole
Il marchio
Made in Europe
non cancella
il Made in Italy.
Per l’Olio
nessun pericolo,
sarebbe inutile
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Etichetta
a doppio taglio
Una bella
copertina ma
le informazioni
stanno
sull’ultima
pagina.
Anche per l’Olio
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IN BREVE
Qualità...
Commercio...
Agriturist...
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Da circa una decina di giorni, e cioè da quando il 12 Gennaio il quotidiano inglese Financial Time ne ha rilanciato la notizia, si parla insistentemente sulla stampa europea del nuovo marchio di qualità Made in Europe.

A detta dei giornalisti stranieri sarebbe l’Italia a spingere per per la realizzazione del marchio, appoggiata dalla Grecia, mentre gli altri membri sarebbero scettici se non contrari, come si sono dichiarati Inghilterra e Germania già a Dicembre scorso quando i capi di Stato ne hanno parlato del tutto informalmente.

Ma cerchiamo di fare un po’ d’ordine. L’idea di un Made in UE aleggia da parecchi anni alla Commissione europea per il Commercio, presieduta da Pascal Lamy, e vi si pensa come ad una possibile protezione contro la pirateria commerciale. E fin qui nulla di male. Ma allora perché proprio l’Italia, che si fregia già del rinomato Made in Italy, così evocativo di qualità da essere contraffatto ovunque nel mondo, ne è la sostenitrice? Proprio perché siamo i più copiati.
Le richieste più insistenti per una ulteriore forma di tutela sono venute infatti dall’industria tessile italiana, in particolare dalle aree di Biella e di Prato preoccupate della crescente concorrenza dei paesi terzi.

E così Lamy ha iniziato a prendere in considerazione i suggerimenti e le proposte, potendo lavorare più a stretto contatto con l’Italia durante il suo semestre di presidenza.

Tra gli aspetti più vantaggiosi di questo marchio ci potrebbero essere la sua gratuità (e quindi nessun costo aggiuntivo per chi l’utilizza) e la sua coesistenza con il marchio di provenienza nazionale. Come poi ha esplicitamente dichiarato la portavoce di Lamy, Arancha Gonzalez, “l'etichetta Made in Europe non ha niente a che vedere con le indicazioni geografiche tipiche, che sono già protette”.

Piccola considerazione del redattore
Incuriosita dall’utilizzo della dicitura Made in………, ho voluto fare una brevissima ricerca casalinga. Da dove vengono vestiti, suppellettili ed altri oggetti vari che possediamo normalmente? Incredibile, incredibile, la dicitura Made in indica il più delle volte un'origine extraeuropea, in particolare dai paesi dell’area orientale ed estremo orientale. Anche oggetti tipicamente pensati come europei o statunitensi, sono effettivamente fabbricati all’estero; dell’originale nazionalità rimane solo l’eco nel nome! Sola, tra i vari Made in China, Turkey, Singapore, Taiwan, etc, etc, spicca la dicitura Made in Italy. Qualche Made in Germany è sulle tecnologie elettroniche, sulle quali però ho anche trovato già un Made in UE



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