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Con la produzione in calo, in Italia sono aumentate le importazioni di olio. E ciò che si è verificato per la campagna oleicola 2002/03, secondo i dati dellIstat sulla bilancia commerciale del settore. Il deficit relativo è stato di 256 milioni di euro.
In questo periodo, come si nota nelle elaborazioni dellIsmea, le quantità importate hanno subìto un aumento del 7,8% rispetto allo stesso periodo della campagna precedente, con un incremento della spesa totale pari al 13%.
Le maggiori quantità di prodotto importato sono state lolio di oliva, con 525.037 tonnellate, lextravergine con 390.598t ed il lampante, con 92.004t. Il mercato di approvvigionamento si riferisce prevalentemente alla Spagna con il 53,8%.
Un aumento si è registrato anche sul fronte dellexport. Rispetto al periodo precedente il volume di prodotto venduto è cresciuto dell1,5% (318 mila tonnellate totali), per un volume di affari di 862 milioni di euro (+2,4%), la cui piazza maggiore è rappresentata dagli Stati Uniti.
In particolare, le esportazioni di olio di oliva vergine sono aumentate del 2,6% e quelle di olio di sansa raffinato del 4,2% mentre quelle di olio di oliva raffinato sono diminuite del 6,4%.
Secondo i dati provvisori dellIsmea sullattuale campagna 2003/2004, si sta poi registrando un lievissimo calo negli acquisti domestici (-0,3%), a fronte di un incremento della spesa complessiva (+3,4%). Nello specifico per la categoria dellolio sfuso la diminuzione è dell1%. Tra le diverse componenti, si segnala lincremento dellolio extra vergine, i cui acquisti sono aumentati del +2,4% in quantità a fronte di un aumento di spesa pari al +5,2%; dallaltro, si registra un netto calo degli acquisti degli oli raffinati di oliva e di sansa (entrambi -7%).

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