Anno 4 n. 70 - 29 Aprile 2004

CODICE EUROPEO CONTRO IL CANCRO
Capitolo 11: prevenzionbe anche per gli uomini sopra i 50 anni

Il carcinoma colorettale è la quarta neoplasia al mondo per incidenza, la seconda causa di morte per tumore negli uomini, dopo il cancro al polmone, e la terza per le donne. E' in genere una neoplasia dell'età media, abbastanza rara sotto i 40 anni, con un picco tra i 60 e i 70 anni, che colpisce gli uomini con una frequenza doppia rispetto alle donne. Tra i fattori di rischio più importanti vi sono quelli ambientali, e tra questi quelli dietetici, soprattutto nel caso di una dieta ricca di grassi animali e di carne e povera di fibre. Non a caso la sua incidenza è molto più elevata negli Stati Uniti, dove circa il 40% circa delle calorie consumate è rappresentato da grassi, che non in Giappone e in Cina, dove la percentuale scende al 10-20%. Concorre, poi, alla sua comparsa, la trasformazione di lesioni inizialmente benigne: i polipi adenomatosi. Da qui l'importanza delle varie procedure di screening con esami endoscopici e la rimozione dei polipi. E’ bene, quindi, avvertire il proprio medico in presenza di sintomi di questo tipo: cambiamento delle abitudini intestinali (per esempio comparsa di stitichezza), presenza di sangue nelle feci, stipsi o diarrea persistente, anemia, stanchezza e/o perdita di peso non altrimenti spiegabile, dolore addominale.
I test raccomandati sono l’esame, annuale o biennale, del sangue occulto nelle feci (Fobt), la rettosigmoidoscopia, ogni 5 anni, insieme alla colonscopia. Una serie di trial europei hanno dimostrato che la pratica ogni 2 anni del Fobt riduce la mortalità del cancro colorettale di circa il 16%. L’esame col sigmoidoscopio, che prevede l’inserimento di una piccola sonda luminosa nel retto per controllare che sulle pareti del colon non vi siano tumori o forme precancerose, permette di identificare più del 50% dei polipi e dei tumori. La colonscopia, infine, rimane il mezzo più sensibile e perciò più affidabile per la diagnosi precoce.

Ogni anno si registrano nei Paesi dell’Unione Europea 138.000 nuovi casi di carcinoma colorettale. Tra questi, secondo le “Recommendations on cancer screening in the European Union”, il numero maggiore si concentra in Irlanda, Austria e Danimarca con 58-61 casi per 100.000 uomini, mentre l’incidenza è più bassa in Grecia con 25 casi per 100.000. Per le donne l’incidenza più elevata si registra in Danimarca, Olanda e Irlanda con 40-43 casi ogni 100.000 e la più bassa in Grecia con 19 casi. In conformità al trend dell’incidenza, il record di mortalità si ha in Irlanda e Danimarca per gli uomini con 35-36 decessi per 100.000 e in Danimarca per le donne con 27 decessi ogni 100.000. All’opposto, i valori più bassi si registrano in Grecia con 13 casi maschili e 9 femminili ogni 100.000.
In Italia, ogni anno, sono circa 50.000 i nuovi casi di cancro colorettale. Una crescita che, però, non si riflette sui tassi di mortalità (circa 16.000 in Italia secondo Eucan, database dell’incidenza, della prevalenza e della mortalità per tumore nell’UE), rimasti costanti negli ultimi anni grazie allo screening che ha portato a un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 50%, in linea con i valori medi europei.

SEMAFORO GIALLO

“Mi trovavo a Zagabria all’interno di un’antica cattedrale cattolica racconta Francesco Cossiga, senatore a vita ed ex Presidente della Repubblica - quando, cadendo, mi ruppi l'acetabolo e fui costretto a farmi operare per una protesi d’anca. Il tempo trascorso in ospedale per la riabilitazione fece ciò che nessun medico era riuscito a fare prima: convicermi a sottopormi a quelle analisi che ognuno di noi dovrebbe fare quando arriva a una certa età. Fu grazie alla colonscopia che mi venne diagnosticato un carcinoma al colon retto giunto per di più a una fase molto pericolosa. Se avessi aspettato ancora, infatti, la capsula che circondava l’ammasso di cellule cancerose si sarebbe spaccata, con la conseguente invasione dell&Mac182;intestino. L’operazione andò bene e da allora mi sono sottoposto a tutti gli esami di prevenzione dettati dai protocolli internazionali. Il mio consiglio, dunque, è quello di non trascurarsi, di non aspettare di rompersi una gamba per fare delle semplici indagini, quale l’esame delle feci e la colonscopia, che possono salvare la vita”.


* Rubrica realizzata per La Giornata Nazionale per la Prevenzione della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, con il patrocinio del Ministero della Salute e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e con il contributo del Consorzio di Garanzia dell’Olio Extra Vergine di Oliva di Qualità.



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