Anno 4 n. 70 - 29 Aprile 2004

MEGLIO LA BRUSCHETTA DELLA SIGARETTA
Tabacco e Olio o Olio e Tabacco?

Con un facile artificio grafico sul sommario del titolo di questo editoriale abbiamo messo insieme le parole Olio e Tabacco in modo speculare.

Ma questo chiasmo (figura letteraria della disposizione a X delle parole e dei concetti ndr.) riassume anche una sorta di confusione mediatica che si è autoalimentata da una settimana a questa parte dopo il risultato della trattativa OCM Tabacco, Olio, Cotone e Luppolo a Lussemburgo.

Agenzie di stampa, quotidiani, radio e telegiornali hanno enfatizzato fino all’esagerazione l’incredibile quanto insperata vittoria per il Tabacco.

E crediamo sia più giusto parlare di vittoria che di risultato positivo.

Mai prima di adesso, infatti, una coltura aveva subito una condanna ideologica così dura per di più affiancata da una lotta talmente aspra contro il suo prodotto: il fumo. Lotta che, in alcuni casi, ha trovato sostegno in normative demonizzanti e di estremo rigore.

Alemanno e la sua squadra non sono stati solo bravi, sono stati strepitosi ottenendo quello che hanno ottenuto.

Siamo felici per i 135.000 posti di lavoro salvati.
Ma ragioniamo serenamente.

Se la riforma dell’OCM dell’Olio apre prospettive interessanti e stimolanti per il futuro di questo comparto, quella del Tabacco è una forma di eutanasia che accompagnerà senza eccessivo dolore il settore fino alla sua estinzione.
Estinzione intesa come azzeramento dei contributi comunitari.

Qualcuno, nell’immediatezza della decisione lussemburghese, ha già lanciato un allarme ed ha parlato di urgenza di riconversione.

Riconversione. Tabacco e Olio, almeno da noi, hanno contiguità di territorio.
Certo, il discorso non è facile, ma il tempo per discutere c’è.


Camilla Francisci




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