Anno 4 n. 68 - 1 Aprile 2004

IN BREVE

Il 10% alle OP
Per Alemanno
è sbagliato
soppiantare le
organizzazioni
dei produttori
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L'attuale
OCM olio
di oliva
Lo scenario
del Ministero
delle Politiche
Agricole
e Forestali
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I pro...
Anche...
Se la...
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I pro ed i contro del Parlamento Europeo

Gli emendamenti del Parlamento Europeo , Relazione Lavarra, prevedono che i paesi membri possano elevare la soglia del 60% disaccoppiato solo laddove si constata l’assenza di un pericolo di espianto. La restante parte di aiuto, sotto forma di plafond nazionale che si propone sia gestito dalle Organizzazioni dei Produttori, viene destinata alla qualità e al mantenimento dell’oliveto. Il produttore che ottenga entrambe le quote potrebbe quindi continuare a percepire fino al 2013 lo stesso ammontare di aiuti sino ad oggi maturato liberando risorse a favore dei giovani olivicoltori. I parlamentari hanno invece ritenuto pericolosa, oltre che largamente minoritaria nella filiera e nelle organizzazioni agricole, la proposta di elevare in misura fissa al 90% la parte di aiuto disaccoppiata, per altro con cristallizzazione di quelle posizioni di rendita privilegiata sin qui maturate.



Anche per la Toscana vale il 90/10

Per la Confagricoltura Toscana per salvaguardare il settore olivicolo regionale deve essere applicato un disaccoppiamento pari alla proporzione 90/10. “Un disaccoppiamento pressoché totale, ha detto il presidente Antonio Mazzarosa, consentirebbe di raggiungere l'effettiva semplificazione della normativa e la salvaguardia delle risorse per i singoli produttori. Il rischio di abbandono non sussiste. Ampio spazio va dato alle politiche di miglioramento della qualità e alle filiere dop, igp, biologico, che rappresentano una grande opportunità per l'olio d'oliva ed il 10% del budget del settore dà soddisfacenti margini per politiche mirate e per azioni di stabilizzazioni del mercato”.



Se la marginalità è poca ripartiamo ancora

Per l’Assessore all’agricoltura per la Puglia, Nino Marmo, non ci deve essere concorrenza tra le associazioni dei produttori e le organizzazioni professionali poiché è possibile raggiungere una ripartizione delle risorse equa ed equilibrata che possa sopperire alle esigenze operative di tutti i soggetti concorrenti alla filiera completa. “Per evitare danni irreversibili alla produzione olivicola pugliese, ha spiegato, bisognerebbe elevare il più possibile la quota disaccoppiata rispetto alla produzione, fino ad arrivare al 90% e lasciare ad ambiente e a marginalità, tracciabilità e qualità il residuo 10%. Ritengo che il 90% possa essere corrisposto direttamente all’olivicoltore, che il 5% possa essere gestito dai CAA (Centri di Assistenza Agricola) e che l’altro 5% potrebbe essere gestito dalle associazioni dei produttori”.




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