Anno 4 n. 68 - 1 Aprile 2004

FIRENZE AGRICOLA IN CRISI
Per la CIA rischiano più della metà delle aziende

Sandro Piccini e Stefano Gamberi, rispettivamente Presidente e vice Presidente della CIA fiorentina, nel corso di una conferenza stampa hanno tracciato un quadro della situazione in cui versa il 70% delle piccole o piccolissime aziende agricole della provincia del capoluogo toscano risultato più che allarmante.

Il rallentamento dei consumi, l’incalzare dei prodotti stranieri e gli strascichi della siccità sofferta lo scorso anno rischiano di far regredire circa 5000 aziende di piccole dimensioni ad un’agricoltura di mera sussistenza.

I dirigenti della CIA hanno illustrato le condizioni nelle quali si trovano i vari comparti. L’Olivicoltura è quello che fa registrare il dato più negativo in assoluto con un calo, nel territorio della Provincia, dell’85% rispetto all’anno precedente. Tutti i settori produttivi, purtroppo, sono in rosso: la zootecnia, con particolare riferimento al comparto degli ovini, vede il prezzo del latte fermo da anni a fronte di quello del foraggio che è raddoppiato al punto che un allevatore con 500 capi perde 100 euro al giorno.

Stesse difficoltà per gli allevatori di bovini. Qui il prezzo del latte è addirittura in discesa da quattro anni a questa parte con perdite complessive tra l’8 e il 10%. Un grosso problema perché anche una riconversione delle stalle dal latte alla carne dovrebbe fare i conti col calo dei prezzi che, per la carne bovina, si sono asciugati del 15/20%.

Non va meglio per l’agriturismo che dopo anni di crescita vive una stasi ormai troppo lunga. Le presenze della passata stagione hanno subito una flessione dell’11,66% e le prenotazioni vanno molto a rilento.

Il quadro complessivo per l’agricoltura della provincia fiorentina, sostengono Piccini e Gamberi, non è mai stato così preoccupante e chiedono alle istituzioni l’organizzazione e l’apertura di un tavolo di crisi.




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