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Da Siena, in occasione della VII Giornata Internazionale dellOlio, Enrico Lupi, presidente della Federazione euromediterranea municipalita' olivicole, lancia un monito allUnione Europea.
Nello scontro fra nord e sud Europa, fra civiltà del burro e civiltà dell'olio, occorre tornare ad una forte azione di promozione dell'olio d'oliva riconoscendo la centralità del Consiglio Oleicolo Internazionale.
Secondo quanto discusso nel corso del convegno infatti, il settore oleicolo europeo si troverebbe in una fase di stallo nei confronti dei mercati mondiali. Il fatto poi che in sede europea la riforma dellOCM Olio sia portata avanti non separatamente ma congiuntamente agli altri comparti mediterranei del tabacco e del cotone, non offre ai produttori le giuste garanzie per confrontarsi ad armi pari con i concorrenti dei nuovi paesi produttori, quali ad esempio lAustralia. Una situazione ritenuta anche paradossale visto che l80% dellolio prodotto nel mondo (2.542.000 tonnellate in media) viene dai paesi dallUnione Europea.
E' essenziale ha sottolineato Lupi che si vada verso prodotti di maggiore qualità. Necessariamente anche i prezzi dovranno adeguarsi affinchè la filiera abbia la giusta remunerazione. E chiaro quindi che la scommessa si gioca a livello politico-istituzionale in sede comunitaria.
Secondo il Coi, la cui funzione promozionale nellultimo anno è venuta meno a causa del taglio dei fondi erogati dallUnione, già nel 2008 le stime di produzione mondiale saliranno a 3.149.000 tonnellate ma la UE (nella fattispecie Italia, Spagna, Grecia, Francia e Portogallo) ne produrrà 2.327.000t, ovvero poco meno del 74% - 6 punti percentuali in meno rispetto alla quota attuale.

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