Anno 5 n. 92 - 7 Aprile 2005

OLIO DA STAPPARE IN TAVOLA
Anche al ristorante confezioni appropriate

Olio da
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Il testo
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IN BREVE
Le normative
Conferenza...
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Componente della della 9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare, la senatrice Loredana De Petris è sempre in prima linea quando si tratta di tutelare il consumatore e rendere più trasparente il mercato. Con la sua iniziativa del 17 Marzo scorso la De Petris ha presentato un disegno di legge per l’utilizzazione nel settore della ristorazione di confezioni d’olio idonee e riconoscibili, come ci si aspetta e come siamo d’altronde abituati per quanto riguarda una bottiglia di vino o di acqua minerale di marca.

“L’olivicoltura – spiega la De Petris - rappresenta una delle pratiche agricole più antiche e più radicate nella cultura mediterranea, con testimonianze del consumo di olio d’oliva che risalgono ad oltre a 5.000 anni fa, e hanno segnato profondamente le abitudini alimentari ed il paesaggio del nostro Paese. Nonostante questa radicata tradizione il mercato di questo nobile prodotto è oggi tutt’altro che statico ed ha anzi conosciuto nell’ultimo decennio trasformazioni rilevanti che ne hanno sostanzialmente mutato il quadro interno ed internazionale”.

“La regolamentazione qualitativa e l’etichettatura dell’olio di oliva appaiono sempre di più inadeguate, anche a fronteggiare il crescente fenomeno delle contraffazioni. Nel Novenbre 2004 l’Ispettorato centrale per la repressione delle frodi ha svolto un programma straordinario di controllo d’intesa con la Regione Puglia sull’olio d’oliva importato, riscontrando irregolarità nel 64 per cento dei campioni e procedendo al sequestro di 523 quintali di prodotto”.

“Anche in questo contesto appare opportuno riconsiderare le modalità di somministrazione dell’olio d’oliva nei pubblici esercizi. Attualmente questo condimento di così ampio impiego nell’alimentazione nostrana viene infatti servito, nella gran parte dei casi, in ampolle o contenitori in vetro, spesso privi di idonea chiusura, e di alcuna indicazione sulla reale qualità del contenuto. Il consumatore non è tutelato in tal modo, nè sotto il profilo dell’informazione sulle caratteristiche e sulla provenienza del prodotto, nè per quanto concerne il mantenimento dell’integrità delle sue caratteristiche organolettiche”.

La senatrice parla con cognizione di causa riferendosi alla facile alterazione delle qualità organolettiche e nutrizionali di un olio conservato male, in contenitori non sigillati che non proteggono dalla luce o dal calore.

“L’obbligo di fornire il prodotto in contenitori idonei ed etichettati, in analogia a quanto disposto in sede comunitaria per la vendita diretta da parte dei produttori, può essere inoltre in grado di innescare, negli esercenti e nei clienti dei serivizi di ristorazione, un processo di crescita della cultura dell’olio, con maggiore attenzione alle caratteristiche qualitative, e di prevenire la circolazione di materiali scadenti e di dubbia origine. In attesa delle determinazioni della Commissione europea sull’indicazione obbligatoria del luogo di origine delle olive, l’etichetta delle bottiglie dell’olio di oliva proposto al consumatore anche negli esercizi pubblici dovranno pertanto riportare le informazioni sulla categoria dell’olio (vergine, extravergine), la ragione sociale e l’indirizzo del produttore, il lotto di confezionamento, le condizioni per la corretta conservazione”.





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