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Anche dalla Commissione al Bilancio, presieduta dalla lituana Dalia Grybauskaite, arriva la conferma della decisa contrarietà dellintera Commissione Europea allipotesi della rinazionalizzazione degli aiuti comunitari allagricoltura.
Se nè infatti parlato in un recente incontro tra la Grybauskaite ed il presiedente del Comitato delle organizzazioni agricole europee Copa, Peter Gaemelke, durante il quale è stata ribadita la proposta di bilancio per il periodo 2007/2013, stabilita al vertice di Bruxelles del 2002 ma sulla quale pesa lipotesi di limitazione dei contributi nazionali all1% del PIL.
Gli agricoltori contestano che una tale scelta svantaggerebbe il loro settore, a causa di una diminuzione dei fondi.
La Grybauskaite daltronde, rispondendo alla stampa francese, ha chiaramente spiegato che i fondi destinati agli agricoltori secondo quanto deciso dalla nuova Politica Agricola Comune sono già stati approvati e non potranno essere modificati. E questi sono i cosiddetti aiuti unici aziendali e riguardano il primo pilastro dellagricoltura europea.
Diverso è il discorso per il secondo pilastro, quello dello sviluppo rurale. Nulla di preciso è stato stabilito sui finanziamenti di questo settore per i quali si rimanda quasi sempre a scelte nazionali per la determinazione delle percentuali finanziabili.
Evidentemente un accordo sull1%, relativamente ai fondi agricoli, intaccherebbe forzatamente lo sviluppo rurale non potendo toccare gli aiuti diretti. Lipotesi di rinazionalizzazione è quindi rispuntata su più fronti per tamponare tale perdita. Una rinazionalizzazione od un cofinanziamento nazionale del budget, ha dichiarato la Grybauskaite, sarebbero contrari al principio di solidarietà sul quale si fonda il mercato comune.
Per Peter Gaemelke fondi strutturali e fondi rurali non possono però essere scissi in categorie di primo e secondordine. Lo sviluppo rurale è infatti alla base dell'ammodernamento dell'agricoltura.

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