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La guerra cè stata (e sembra continuerà ad esserci) tra Unione Europea e Stati Uniti, spalleggiati al momento dallAustralia, sul riconoscimento e la protezione giuridica delle denominazioni dorigine; eppure non ci son stati ne vinti ne vincitori. Anzi a dar retta alle dichiarazioni riportate dalla stampa internazionale, tutti hanno vinto!
Gli USA hanno trovato ragione! La UE pure!
E lOMC, lOrganizzazione Mondiale del Commercio?
Ha bacchettato entrambi. O meglio, ha dato ragione ad entrambi.
Il caso è un evidentemente esempio di sottile gioco politico dove basta un ommissione qui ed un rilievo la nelle dichiarazioni per poter dire tutto ed il contrario di tutto.
NellAgosto del 2003 Stati Uniti e Australia avevano portato davanti allOMC il caso delle denominazioni europee DOP ed IGP, ritenendole non applicabili e chiedendo un verdetto da parte del Panel OMC, continuando poi a dichiararsi sicuri della vittoria per tutto il periodo dellattesa.
A metà Marzo il verdetto è arrivato ed i titoli della maggior parte delle testate statunitensi e le dichiarazioni ufficiali del governo riportano il concetto della vittoria degli USA sulla UE e della decisione a loro favorevole del Panel OMC. Da noi la musica non è poi diversa visto che tutte le parti, politiche e di categorie, hanno plaudito il giusto riconoscimento a favore delle nostre denominazioni europee.
In realtà il verdetto del Panel OMC ha dato una lettura molto più approfondita del caso che prelude allimpellente esigenza di definire, oramai anche a livello mondiale, un regolamento sulla protezione dei marchi, siano essi denominazioni dorigine o marchi registrati.
Il Panel ha infatti ritenuto valido ed applicabile il regolamento europeo che istituisce e tutela le nostre DOP ed IGP. Ha anche specificato che questo non può e non deve, in ambito OMC, precludere laccesso al mercato di prodotti terzi che ne verrebbero così svantaggiati. Il Panel ha concluso perciò suggerendo di applicare il concetto di equivalenza e di reciprocità delle normative nei rapporti commerciali tra UE e paesi terzi nel caso specifico di prodotti tutelati. Se la UE deve riconoscere la tutela di marchi registrati statunitensi anche gli Stati Uniti devono riconoscere e tutelare DOP e IGP.
Il suggerimento quindi invita palesemente i due soggetti, che nellOMC capeggiano gli schieramenti opposti nel confronto per il riconoscimento della proprietà intellettuale sulle merci (accordi cosidetti TRIPS), a trovare un punto dincontro cedendo necessariamente sulle rispettive intransigenze nel riconoscere un uso un po troppo sfrontato di nomi dorigine da parte statunitense e nel voler creare un mercato preferenziale per le proprie denominazione da parte europea.
Gli Stati Uniti che in realtà puntavano allannullamento del regolamento europeo sulle denominazioni dorigine non possono perciò dire di aver vinto. Tanto meno lUnione Europea che sperava di veder riconosciuta la stessa normativa come unico esempio di regolamentazione valida da trasferire a tutto il sistema del mercato mondiale.

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