Anno 5 n. 89 - 25 Febbraio 2005

LA GRANDE EUROPA
La famiglia si allarga: ora occorre volontà, impegno e qualche sacrificio

La grande
Europa
La famiglia
si allarga:
ora occorre
volontà,
impegno e
qualche
sacrificio
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Alemanno
paladino
A Bruxelles
per difendere
la stabilità
europea
ed italiana
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IN BREVE
Accordo...
Legge...
Italia...
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Il 14 Marzo prossimo la Commissione agricoltura si riunirà a Bruxelles con tutti i 25 Ministri e ci sarà sicuramente occasione per discutere di fondi e di finanziamenti. A partire infatti dall’ipotesi di una riduzione all’1% dell’apporto economico di ciascuno Stato membro al budget europeo (argomento all’ordine del giornoo da ormai 1 mese circa), sembra che si rischi di innescare tutta una serie di meccanismi a cascata che stanno mettendo in allarme tutte le parti sociali del settore.

Un possibile scenario viene delineato così da Elia Fiorillo, presidente dell’unione nazionale olivicola UNASCO, secondo cui “ridurre le risorse finanziarie alla grande Europa dopo il 2007, come richiesto da Francia, Germania, Olanda, Svezia, Austria e Gran Bretagna, significherebbero per l'Italia perdere nove miliardi di euro di contributi europei tra il 2007 e il 2013 e una forte penalizzazione della politica di coesione”.

L’ipotesi di Fiorillo, allarmista o realista, è in ogni caso lo spunto per una riflessione assai più ampia poiché riguarda tutta l’attuale e futura politica europea. In gioco infatti vi è molto di più perché si mette in discussione la politica di coesione di un
’Europa che da 15 è passata a 25 membri, dopo il più grande allargamento (il quinto) dalla costituzione del primo nucleo (1957) ad oggi, ed un’identica revisione potrebbe essere fatta per il Patto di stabilità economica che stabilisce i parametri necessari per uniformare le economie e la gestione delle finanze di ciascun membro in modo da non creare economie di serie A o di serie B.
L’Europa, non va dimenticato, nasce innanzittutto come potenza economica sul mercato mondiale.

Non a caso la Commissaria Mariann Fischer Boel si è chiaramente detta contraria all’ipotesi di rinazionalizzazione della PAC, cioè ad ipotizzare un co-finanziamento del settore agricolo anche con fondi nazionali per quella parte non coperta dai fondi europei. Se è anche vero che la Fischer Boel non ha intenzione di mettere in discussione la spesa agricola gia’ prevista fino al 2013, allora non si può che prevedere una ridistribuzione delle risorse all’interno del settore, nelle due grandi aree di azione, le misure per i differenti mercati e lo sviluppo rurale.




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