Anno 4 n. 66 - 4 Marzo 2004

CODICE EUROPEO CONTRO IL CANCRO
Capitolo 7: le raccomandazioni per prevenire

Lo Iarc (International agency for research on cancer) di Lione ha individuato un numero rilevante di sostanze naturali e artificiali per le quali vi è “prova sufficiente” di azione cancerogena a danno di vari organi. I tumori più frequentemente associati all’esposizione a sostanze cancerogene negli ambienti di lavoro sono quelli del polmone, della vescica, della laringe, della cavità nasale e della pelle (diversi dal melanoma). La maggior parte delle conoscenze sull’effetto oncogeno di sostanze chimiche di uso lavorativo sono state acquisite in seguito a studi che hanno evidenziato un nesso causale tra esposizioni a cancerogeni professionali ed eccesso di tumori, effettuati soprattutto negli anni ’70.

Tra agenti, gruppi di agenti, misture ed esposizioni di interesse lavorativo valutati dallo Iarc come cancerogeni per l’uomo, e accolti nel volume della LILT “Verso la prevenzione primaria dei tumori” (marzo 2000), si trovano l’asbesto (potenziale responsabile soprattutto di cancro al polmone e alla pleura), il cadmio e i suoi composti (polmone e prostata), il cromo (polmone, seni nasali e paranasali), il radon e i suoi prodotti in decadimento (naso, seni paranasali e polmone), vinile e cloruro (fegato).

I dati forniti dallo studio multicentrico europeo Carex hanno rivelato che in Italia nel periodo 1990-93, sono stati “esposti” a sostanze cancerogene 4,2 milioni di lavoratori, pari al 24% degli occupati. Una media che non si discosta da quella europea. In Europa, infatti, è stato stimato che, dagli anni Novanta, almeno 32 milioni di lavoratori (pari al 23% degli occupati) sono stati esposti a agenti cancerogeni. Si calcola, inoltre, che sempre a livello europeo, il 5% di tutti i tumori sia attribuibile all'ambiente di lavoro. Le esposizioni più comuni sono state: al fumo passivo (770mila esposti), alle radiazione solare (550mila), a fumi di scarico diesel (550mila), ad asbesto (350mila), a polveri di legno (300mila), a silice cristallina (260mila), a piombo e composti inorganici (220mila), a benzene (180mila), a cromo e composti (130mila) e a idrocarburi policiclici aromatici (130mila).

SEMAFORO GIALLO
“Si deve diffondere – afferma Alessandro Cecchi Paone, giornalista e conduttore del programma televisivo “La Macchina del Tempo” – una cultura della salubrità negli ambienti di vita e di lavoro. Dobbiamo cioè sapere che i materiali che ci circondano, quelli con cui lavoriamo o con cui veniamo a contatto quotidianamente, possono essere pericolosi quanto un alimento trattato chimicamente o un gas di scarico. Si tratta di una consapevolezza che va acquisita a partire dall’educazione scolastica e che dovrebbe permeare l’intera legislazione nazionale”.


* Rubrica realizzata per La Giornata Nazionale per la Prevenzione della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, con il patrocinio del Ministero della Salute e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e con il contributo del Consorzio di Garanzia dell’Olio Extra Vergine di Oliva di Qualità.



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