Anno 4 n. 69 - 15 Aprile 2004

CODICE EUROPEO CONTRO IL CANCRO
Capitolo 10: per le donne sopra i 50 anni sono importanti i controlli

Il carcinoma mammario è ancora per certi versi un mistero. Tuttavia, svariate ricerche mettono in luce il ruolo chiave svolto dagli stili di vita, quali, per esempio, il ritardo della prima gravidanza, della menopausa e una storia familiare di cancro al seno. Per questo è di fondamentale importanza che le donne sopra i 50 anni si sottopongano a visite e controlli specifici, come la mammografia, che consentano la valutazione dei fattori di rischio. In Europa meno di un quarto della popolazione femminile ha accesso a screening organizzati. Paesi come la Gran Bretagna, la Svezia e l’Olanda hanno introdotto programmi nazionali di screening; in Francia e Germania stanno partendo simili programmi, in Italia vi sono alcuni progetti limitati a determinate aeree.

Il carcinoma mammario colpisce, ogni anno, circa 200mila donne in Europa. L’incidenza più alta si registra nei Paesi Bassi con 120 casi per 100mila donne e la più bassa in Spagna e Grecia con 61-63 casi per 100mila. I tassi di mortalità sono più alti in Danimarca con 38 casi per 100mila e più bassi in Grecia con 23 casi per 100mila. La mortalità tuttavia è aumentata negli ultimi 10 anni in quasi tutti i Paesi europei, tranne in quelli nordici e in Gran Bretagna dove si è mantenuta stabile o è leggermente diminuita.

In Italia 7 donne su 100 manifestano un carcinoma mammario durante il corso della vita, ovvero entro gli 80 anni, e sono circa 32.000 i nuovi casi ogni anno di questa patologia che, sempre nell’arco dei 12 mesi, provoca circa 11.000 decessi. Un’indagine Istat 1999-2000 sulla prevenzione, ha dimostrato come oltre 8 milioni di donne di 25 anni e più, ovvero il 37% del totale della popolazione femminile di questa fascia di età, si sono sottoposte a controllo mammografico in assenza di disturbi o sintomi. Coerentemente con le prescrizioni del Piano Sanitario Nazionale, che raccomanda la mammografia per le donne dai 50 ai 69 anni con periodicità biennale, tra le donne di 55-64 anni, la percentuale arriva al 60%.

Il Primo Rapporto dell’Osservatorio Nazionale per la Prevenzione dei Tumori Femminili della LILT ha evidenziato che, nel 2000, quasi un milione di Italiane, di età compresa fra i 50 e i 69 anni, ha ricevuto un invito per effettuare una mammografia di screening ed oltre 500.000 delle interessate hanno aderito, accettando di sottoporsi all’esame nell’ambito di progetti organizzati di screening. Attualmente, i programmi di screening raggiungono il 35,8% della popolazione femminile, mentre la percentuale di donne, tra i 55 e i 69 anni, che ha realmente effettuato una mammografia non tocca quota 20%.

SEMAFORO ROSSO

“Sono una donna e come tale ho il dovere di difendermi - afferma l’attrice Stefania Sandrelli - non solo per amore della mia salute, ma anche per amore dei miei figli e dei miei nipoti. Quello che vorrei dire alle donne è di curarsi e di controllarsi senza paura, seguendo i consigli del proprio medico, mirati sulla base dell’età e delle condizioni di ciascuna di noi. E’ vero, la scienza ha fatto passi da gigante nella cura di taluni tipi di tumore, tra cui quello al seno, ma la prevenzione rimane l’arma più efficace. Anche se si pensa di star bene, è meglio esserne sicure, se non altro per avere una maggiore serenità”.


* Rubrica realizzata per La Giornata Nazionale per la Prevenzione della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, con il patrocinio del Ministero della Salute e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e con il contributo del Consorzio di Garanzia dell’Olio Extra Vergine di Oliva di Qualità.



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