AGRICOLTURA E ASSICURAZIONI
Il vero grosso grasso business
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Mentre piangiamo sulle ceneri dei bond argentini, Cirio, Parmalat e quantaltro, mentre i titoli di stato fanno segnare record negativi di rendimento, mentre la borsa arranca dopo aver lasciato sul campo schiere di risparmiatori, cè qualcuno che chiude i bilanci con profitti del 150%.
Cartelli del narcotraffico? Mercenari di ventura? Avventurieri, pirati, mercanti di schiavi?
Niente di tutto questo.
Bilanci pubblici, a disposizione di chiunque. Onestissime Compagnie di Assicurazioni non hanno problemi ad esporre i propri bilanci.
Coldiretti li ha presi, li ha elaborati, ha organizzato un incontro dal tema: La gestione del rischio in agricoltura e ci dice che lo scorso anno le compagnie di assicurazioni che coprono i rischi dellagricoltura, in questo ramo hanno incassato 250 milioni di euro in premi ed hanno pagato 100 milioni di euro in risarcimenti.
Se queste cifre ci sorprendono, le altre, dellelaborazione di Coldiretti, ci sbalordiscono: sul totale delle imprese agricole nazionali solo 220.000 sono assicurate, vale a dire una su cinque e, di queste, praticamente tutte (il 99%) sono coperte solo dal rischio grandine.
Senza volere andare troppo indietro ci bastano i consuntivi della scorsa annata agricola per dire che il ventaglio dei rischi è ben più ampio della sola grandine.
Due miliardi di euro i danni stimati nel 2003 per siccità, gelate, alluvioni.
Possibile che le assicurazioni prevedano e promuovano solo la copertura dal rischio grandine o non è piuttosto che gli agricoltori siano così insensibili da non accettare altre offerte oltre a quella?
Ma se i fatti stanno come illustrano i dati citati, vuol dire che qualcosa non funziona. E vuol dire anche che in tutto questo tempo a qualcuno deve essere convenuto che poco o niente fosse fatto perché questo stato di cose cambiasse.
Il Decreto Legislativo (di cui ci occupiamo in altra parte del giornale) per la delega della legge di orientamento, interviene anche nella materia delle calamità in agricoltura e qualcosa, finalmente, dovrà muoversi anche in questa oscura ed incomprensibile nicchia della copertura dei rischi in agricoltura.
Lo Stato prevedrà interventi contributivi, gli agricoltori adegueranno la loro mentalità e le compagnie di assicurazione studieranno prodotti più consoni ed adeguati ad una moderna imprenditoria agricola dove i rischi siano equamente bilanciati.
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